Coexpan Montonate investe sulle donne Stem
L’azienda di Sumirago, attiva da 50 anni nel settore plastico con la produzione di lastre e film di Pet per la realizzazione dei packaging destinati al mercato del food, crede nella gender equa
L’azienda di Sumirago, attiva da 50 anni nel settore plastico con la produzione di lastre e film di Pet per la realizzazione dei packaging destinati al mercato del food, crede nella gender equality tanto da aver creato un fondo per supportare gli studi delle figlie degli operai, iscritte a facoltà scientifiche. L’obiettivo? Incentivare le ragazze ad avvicinarsi a ruoli produttivi: “Puntiamo molto sul nostro capitale umano per fare sostenibilità”
Cinquant’anni di attività appena compiuti, circa 90 addetti e 13 stabilimenti produttivi in 9 Paesi nel mondo per un fatturato che arriva ad aggirarsi intorno ai 400 milioni di euro. Questi i numeri che conta Coexpan Montonate Srl: l’azienda, parte del Gruppo spagnolo Lantero, presente in Italia con un unico stabilimento situato sul territorio varesino, precisamente a Sumirago. Si tratta di una realtà manifatturiera attiva nel settore plastico con la produzione di lastre e film di Pet riciclato, il polietilene tereftalato, più comunemente conosciuto come la plastica delle bottiglie, per la realizzazione dei packaging destinati al mercato del food. Germania, Francia, Spagna, Cile, Brasile, Messico, Russia: questi gli altri Paesi in cui ha sede l’impresa per servire marchi come, ad esempio, i celebri Müller, Danone, Rovagnati, Parmacotto e Menz&Gasser, famoso per le sue confetture presenti nei buffet degli hotel di tutto il mondo.
Nello stabilimento sumiraghese, però, il core business è la produzione di film per packaging destinati a diventare vassoi dedicati in particolare al confezionamento di salumi insaccati e frutta, per poi arrivare sugli scaffali di quei market e supermarket che compongono la Gdo, la grande distribuzione organizzata. Un sistema produttivo, quello della Coexpan di Sumirago, capace di generare 23mila tonnellate di merce all’anno e un fatturato che per il 40% è frutto di export destinato a mercati come le confinanti Svizzera, Germania, Francia e Spagna. Cifre, queste, che parlano di una crescita “costante e progressiva – racconta l’Amministratore Delegato, Marcello Colnaghi –. Il sito varesino, oggi, produce un livello di volumi superiore del 30, ma anche del 40% rispetto ad una decina di anni fa. Si tratta di una crescita in linea con quelli che sono stati gli investimenti fatti negli ultimi tempi, sia in termini di organico, aggiungendo risorse competenti alla nostra squadra di collaboratori, sia in termini tecnologici per poter perseguire l’obiettivo di sostenibilità e di economia circolare imposto dalle direttive europee sugli imballaggi alimentari”.
Ma la sostenibilità si declina in vari modi. Non è solo una questione normativa. Lo sottolinea così l’Ad Marcello Colnaghi: “Nonostante siamo in un’epoca di artificial intelligence, le linee produttive hanno ancora bisogno dell’uomo. Ecco perché puntiamo molto sul nostro capitale umano per fare sostenibilità. Non abbiamo mai smesso di investire nell’efficientamento energetico a partire dal modello organizzativo e dalla formazione del personale. Questo perché, per noi, una manodopera di alta qualità si riflette in una produzione efficiente, che genera poco scarto e qualsiasi grammo in meno di residuo significa minor consumo di energia. Senza dimenticare che siamo un’impresa energy intensive, motivo per cui, già diversi anni fa, abbiamo scelto di attrezzarci di un impianto di trigenerazione e anche per il futuro guardiamo ad altri investimenti nelle rinnovabili”.
L’Ad Marcello Colnaghi: “Un obiettivo nell’agenda 2024 è quello di ottenere la certificazione per la parità di genere. Negli uffici dell’azienda il 75% del personale è una quota rosa”
Alla Coexpan Montonate è chiaro, dunque, quanto sia centrale la persona e la sua crescita. Non solo quella professionale, ma anche individuale. Al di là di ogni tipo di caratteristica o diversità. Tanto è vero che un obiettivo nell’agenda 2024 dell’impresa è quello di ottenere la certificazione per la parità di genere. Un traguardo che, come precisa l’Amministratore Delegato Colnaghi, “non sarà difficile da raggiungere già solo per il fatto che negli uffici dell’azienda il 75% del personale è una quota rosa. Stessa cosa nel comitato di direzione: anche qui le donne sono in maggioranza. Un grande risultato, questo, ma la gender equality non si deve fare solo nei ruoli apicali e negli uffici. L’ambizione nel prossimo biennio è quella di inserire delle donne anche nelle nostre ‘miniere’ come capi turno e capi produzione”. È da qui che nasce il fondo del valore di 10mila euro dell’impresa, dedicato alle figlie degli operai, che si iscrivono a facoltà Stem (acronimo di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Un supporto che vuole essere un incentivo per stimolare l’interesse verso le competenze scientifiche, a partire dalle famiglie delle giovani ragazze. “Una sorta di discriminazione di genere al contrario che abbiamo scelto di fare perché, secondo noi – continua l’Ad Colnaghi –, la parità di genere inizia anche da qui: dai numeri delle lauree Stem. Oggi c’è una grande asimmetria tra la componente femminile e quella maschile. Dobbiamo muoverci per invertire questa rotta perché si tratta di gap che influenzano il nostro Pil”.
Motivi, questi, per cui, in Coexpan “si sta lavorando molto anche sulla conciliazione tra famiglia e lavoro attraverso, per esempio, l’introduzione dell’orario flessibile o lo strumento del part time per le nostre lavoratrici madri – tiene a sottolineare la Responsabile HR Sara Moro Stabilini –. Per noi non è solo una questione di parità di genere ma anche di inclusività delle necessità e caratteristiche di tutti i nostri collaboratori. Per questo, un altro tema a noi caro è quello del collocamento in azienda di persone diversamente abili. Il loro inserimento in un contesto aziendale come il nostro, in cui il personale produttivo, per altro a ciclo continuo, è pari a più del 60% dell’organico, è per noi sfidante. Conciliare questo obiettivo con il business aziendale non è semplice, ma lo abbiamo fatto nel recente passato e sono stati inserimenti di cui siamo orgogliosi”. Come precisa l’Ad Colnaghi, “introdurre delle persone diversamente abili è un valore aggiunto per tutta l’impresa, purché siano inserite con la massima attenzione e nella maniera corretta all’interno dell’organico. La loro collaborazione è fondamentale oltre che per la mansione professionale che gli viene affidata, anche per il contributo che con una loro sensibilità maggiore e un punto di vista più attento, possono dare nel notare tutti quei punti in cui l’azienda ha margini di miglioramento”.