Bagno di foresta
Cuasso al Monte, con i suoi sentieri, le sue cave di granito rosa e la sua storia, rappresenta la perfetta destinazione per una gita, tra natura e suggestivi punti panoramici, in attesa dell’ar
Cuasso al Monte, con i suoi sentieri, le sue cave di granito rosa e la sua storia, rappresenta la perfetta destinazione per una gita, tra natura e suggestivi punti panoramici, in attesa dell’arrivo delle giornate primaverili. Molti i percorsi possibili che portano alla scoperta di trincee di guerra, di antichi complessi ospedalieri e persino delle rovine di un castello
Salendo per la strada sinuosa che accompagna al piccolo paese di Cuasso al Monte sembra di immergersi in una sorta di Terra di Mezzo di tolkieniana memoria, dove tra moderne villette e attività innovative si cela anche la storia della provincia di Varese, tra cave di granito rosa e antiche fortezze. I boschi, nel circondario, sembrano essere fatti apposta per essere percorsi e vissuti, con bei sentieri che invogliano le camminate, punti panoramici e aree pensate per una sosta nel verde. Insomma, quale luogo migliore per attendere ed accogliere l’arrivo della primavera facendo un vero e proprio “bagno di foresta”?
Le origini di Cuasso al Monte
Quello che non tutti sanno è che Cuasso al Monte conserva una storia ricca che si estende dall’epoca romana ai giorni nostri e che vede il luogo protagonista di leggende curiose. Il toponimo potrebbe derivare da Locus Cuvaxi (“luogo del covo”), attestato nel XIII secolo. Secondo alcuni studi il nome potrebbe derivare dalla fusione tra il latino “covum” e il germanico latinizzato “Sachsum”, suggerendo il significato di “luogo del covo della spada dei Sassoni”. Nel 1757, Cuasso al Monte e Cuasso al Piano furono unificate in un unico comune. La particolarità amministrativa era la presenza di 3 sindaci, eletti per acclamazione nelle pubbliche piazze ogni 3 anni. Nel 1821, con dispaccio governativo numero 5628/702, venne eletto il primo consiglio comunale.
Il Castello
Il simbolo storico più importante è il Castello di Cuasso, noto come “Castelasc”, una struttura difensiva che occupa l’intero crinale della collina su una superficie di 3.500 metri quadri. La costruzione più antica, una torre d’avvistamento, risale all’epoca gallo-romana e fu successivamente ampliata in epoca longobarda. Il Castello assunse un’insolita pianta a ventaglio, caratteristica che lo rende unico nel panorama architettonico italiano, trovando similitudini solo con il Castello di Warkworth in Inghilterra.
La posizione strategica del Castelasc, che controllava l’antica via che da Milano conduceva ai valichi alpini del San Gottardo e del San Bernardino, ne fece un presidio militare importante. La sua collocazione al vertice di una gola lo rendeva praticamente inespugnabile. Le fonti scritte sono rare e frammentate ed è difficile risalire con esattezza alla storia e alle vicende del Castello. Secondo alcune testimonianze, il destino del Castelasc si intrecciò con le lotte tra Guelfi e Ghibellini nel XIII secolo, quando apparteneva probabilmente alla famiglia da Besozzo. Con l’ascesa dei Visconti e la costituzione del Ducato di Milano, la fortezza perse progressivamente importanza. Francesco Sforza ne ordinò la demolizione, ma l’ordine non venne eseguito poiché il Castello versava già in stato di abbandono.
Oggi le sue rovine, proprio di fianco alla storica cava di porfido rosa, sono ancora visibili e affascinanti: la struttura è protetta da una recinzione, ma circondata da sentieri che permettono di osservarla da più angolazioni, con una bella passeggiata nel bosco dove non è raro avvistare anche qualche animale selvatico.
Il “Deserto” e l’Ospedale
In località Deserto (chiamata così per la sua posizione isolata) immerso nei boschi di faggi che dominano la Valceresio, sorgeva uno dei complessi ospedalieri più suggestivi della provincia di Varese. Una storia secolare che parte nel 1635, quando i Carmelitani scalzi scelsero questo luogo remoto per edificare il loro convento. La posizione appartata e la quiete del luogo lo resero perfetto prima per la vita monastica, poi per la cura dei malati. Nel 1917 la Croce Rossa di Milano acquistò la struttura, trasformandola in sanatorio per malattie respiratorie. La qualità dell’aria e la posizione geografica privilegiata ne fecero un centro d’eccellenza per la cura della tubercolosi. Il 10 settembre 1918 i primi 10 pazienti varcarono la soglia della struttura. Il successo fu immediato: in soli due anni si rese necessaria la costruzione di un secondo padiglione, portando la capacità a 200 posti letto. Nel 1964 un ulteriore ampliamento portò la struttura ad ospitare oltre 400 degenti. Oggi l’ospedale è chiuso e la zona suggerisce un fascino tutto particolare, grazie anche ai boschi e al panorama circostante.
Un balcone naturale sul Ceresio
Chi cerca un punto privilegiato per ammirare il Lago di Lugano e le Prealpi non può che rimanere incantato dal belvedere di Cuasso al Monte. Chi ha voglia di passeggiare e ama il trekking, partendo proprio da qui può raggiungere il Sasso Paradiso, uno dei più suggestivi punti panoramici locali. Dal belvedere di Cuasso, infatti, lo sguardo spazia libero sulle Prealpi ticinesi e comasche, mentre il Ceresio si distende come uno specchio blu tra le montagne. Le antiche fortificazioni della Linea Cadorna, che passano anche da questa zona, arricchiscono questo scenario. A quota 1.001 metri, le Rocce Rosse offrono uno spettacolo che toglie il fiato. Il nome deriva dal caratteristico colore rossastro della roccia, ma è la vista a catturare l’attenzione: il Lago di Lugano si mostra in tutta la sua bellezza, incorniciato dal Monte Poncione e dal Campo dei Fiori. Nelle giornate più limpide, la vista può spingersi fino a Milano.
Un paradiso per escursionisti
Punta Paradiso non tradisce le aspettative sul suo nome. Questo belvedere, raggiungibile attraverso sentieri ben segnalati, è meta prediletta di escursionisti e fotografi. Il Parco delle Cinque Vette, di cui Cuasso fa parte, completa l’offerta con altri punti panoramici come il suggestivo Sass di Böl e il Belvedere di Marzio. In ogni stagione, questi balconi naturali regalano emozioni diverse: dai caldi colori autunnali alle nevicate invernali, dalla fioritura primaverile ai tramonti estivi. Un patrimonio paesaggistico che fa di Cuasso al Monte una delle perle della Valceresio.
Da trincee di guerra a Via della Pace
Un tempo linea di difesa militare, oggi cammino di riflessione e speranza. La Via della Pace di Cuasso al Monte rappresenta una straordinaria trasformazione: dove un secolo fa si ergevano fortificazioni della Prima Guerra Mondiale, oggi si snoda un percorso esperienziale che unisce natura, storia e tecnologia. Inaugurato nell’ottobre 2022, questo itinerario ad anello di 6,5 chilometri si è rapidamente affermato come una delle attrazioni più innovative del territorio.
Le antiche trincee della Linea Cadorna si intrecciano con installazioni multimediali che trasformano la camminata in un’esperienza immersiva. Dieci bacheche interattive punteggiano il percorso. Tramite un QR Code, si può scaricare un’app che accompagna i visitatori con le voci di attori celebri come Raoul Bova, Stefano Accorsi e Alessandro Preziosi.
Il sentiero, che parte dalla Chiesa di Sant’Ambrogio in via Roma, offre vedute spettacolari sul Lago Ceresio. Con un dislivello di 290 metri, il percorso tocca luoghi simbolici come il Sasso Paradiso e il Monte Derta, fino a raggiungere il caratteristico Casello dell’Alpe Croce, dove una fontana d’acqua potabile ristora i camminatori. L’iniziativa è stata creata dall’Associazione On, con il supporto della Comunità Montana del Piambello e il comune di Cuasso al Monte.