Andrea Ravo Mattoni al Castello di Masnago
Nel capoluogo varesino l’incontro tra classicismo e Intelligenza Artificiale svela i segreti di un successo che mette tutti d’accordo. In mostra, fino al 28 luglio, 25 nuove opere dello s
Nel capoluogo varesino l’incontro tra classicismo e Intelligenza Artificiale svela i segreti di un successo che mette tutti d’accordo. In mostra, fino al 28 luglio, 25 nuove opere dello street artist, noto in tutta Europa e non solo, per le sue riproduzioni con bombolette spray dei classici della storia dell’arte. Al centro della rassegna, un innovativo modo di fare arte, attraverso gli strumenti di IA
Al Castello di Masnago è in corso la prima mostra personale di Andrea Ravo Mattoni nel capoluogo varesino, intitolata “img2img, Pittura Copia e Intelligenza Artificiale”, curata da Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa. Si tratta della seconda rassegna (nel 2016 era già presente nella collettiva “Urban Canvas” proprio a Masnago) che vede ospite l’artista, con 25 opere inedite, nell’antica dimora che è sede principale del circuito varesino museale. Un afflusso che raramente si è visto in precedenza ha caratterizzato il primo incontro pubblico della città con il suo artista, nato a Luvinate nel 1981, noto soprattutto per le monumentali riproduzioni dei classici su parete in Europa e non solo. Ma in realtà è il quinto evento in cui il rapporto dell’autore con l’Intelligenza Artificiale è centrale.
“La richiesta – spiega Ravo a Varesefocus – è partita un anno fa da Morotti e da lì si è subito aperto il dialogo con il Comune, attento agli artisti del territorio. Dopo mesi di intensa attività e 4 mostre sul tema in Svizzera, Germania, Francia e Giappone, mi fa molto piacere portare ora questo mio ultimo lavoro nella città in cui sono nato”.
Il giorno dell’inaugurazione Ravo Mattoni è andato a prendersi, oltre che i saluti e i complimenti delle autorità locali, il sindaco Davide Galimberti, l’assessore alla cultura Renzo R. Laforgia e l’assessore regionale alla cultura Francesca Caruso, l’abbraccio dei colleghi, dei familiari e degli amici, in un clima di gioiosa partecipazione. Marcello Morandini e Silvio Monti, Ruggero Marrani e Giorgio Vicentini, Dino Azzalin, editore, poeta e collezionista d’arte e tanti altri, erano attorno a lui. Ma c’erano anche i direttori museali delle gallerie con cui Ravo lavora in giro per l’Europa. In Francia ha collaborato con la città di Nanterre e con il Louvre, in una rassegna che ha ottenuto anche il plauso del Presidente Macron. E lo ha visto protagonista a Parigi nel Jardin des Tuileries, come ha raccontato a Masnago il noto direttore del progetto Cyrille Gouyette. La numerosa partecipazione di pubblico ha imposto che l’abbraccio, anziché nel salone, avvenisse nel giardino del castello. Una novità che ha ulteriormente sottolineato il successo dell’artista nel tempo. Se la notorietà gli è arrivata nel 2016 per la riproduzione (su parete e con bombolette spray) della Cattura del Cristo di Caravaggio, a Belforte, lui rivendica innanzitutto lo studio fatto per essere pittore, il Liceo Artistico prima e la scuola di Belle Arti di Brera poi, nato da una vocazione personale ma anche familiare. Erano artisti noti anche il nonno Giovanni Italo, pittore e autore di figurine Liebig e Lavazza entrate nel collezionismo, il padre Carlo, artista concettuale comportamentale e lo zio Alberto, creatore del personaggio Lillibeth. Una prima mostra avvenne proprio coi suoi cari nella sede del Comune di Luvinate. Andrea era ancora un bambino allora. Però ne parlavano già tutti in paese della sua bravura pittorica, un vero “enfant prodige”.
Forse per questo motivo un lavoro di designer non gli bastava. Un treno da dipingere o una parete affacciata sul verde delle colline varesine lo attraevano molto di più. La scelta iniziale di lavorare da street artist con i colori delle bombolette spray, appeso a muri e edifici, è quella che ancora oggi gli dà l’emozione maggiore. Tanto che, a pochi giorni dall’inaugurazione della rassegna, già ci annunciava che riprenderà a lavorare all’aperto, appena l’arrivo del bel tempo lo consentirà. A interessarlo è che le opere siano nel territorio, a disposizione di quanti non possono viaggiare e sotto gli occhi di chi ama l’arte. La professione di Ravo ha, dunque, un non secondario risvolto sociale e divulgativo. “Dopo il lavoro ‘illegale’, sulle fiancate dei treni e sui muri, ho portato la mia opera anche in Tribunale, chiamato dalla dottoressa Daniela Borgonovo, che aveva molto apprezzato le mie creazioni”, ha raccontato con orgoglio. Nacque così la riproduzione di “Allegoria di Giustizia e pace” di Corrado Giaquinto, che, oggi, i varesini possono ammirare. Ma se avete voglia di andare a Somma Lombardo, a Malpensa, a Lavena Ponte Tresa o a Lonate Pozzolo, a Gavirate, a Biandronno, a Curiglia o ad Angera, troverete altre sue opere, meravigliose riproduzioni di grandi classici come Hayez e de La Tour, ma anche i “nostri” Morazzone e Cerano.
Nelle 7 sale del percorso espositivo, viste come porte che s’aprono a tratti di vita dell’autore, ecco le opere, alcune di grandi dimensioni, create dall’IA e rielaborate dall’artista di mano sua
Per venire alla mostra varesina, che sarà visitabile fino al 28 luglio in 7 sale, si tratta di un nuovo progetto con 25 lavori inediti e con tecniche innovative rispetto al passato. Perché all’uso consueto delle bombolette spray si aggiungono due novità: il fondo su cui si lavora, non più il muro ma la tela e l’elaborazione dell’immagine attraverso una piattaforma che utilizza l’Intelligenza Artificiale. Il fine ultimo è però dimostrare che, nonostante si possa ricorrere a immagini create dall’IA (Ravo, ci tiene a sottolineare, ne ha ideata una sua, A.I. Inelegans) è dato poi di intervenire creando una seconda immagine. Dove a decidere sono sempre l’occhio e la mano dell’artista. La tradizione a lui cara della copia non verrà quindi mai messa da parte. Anzi, sarà approfondita e accentuata cambiando la matrice, attingendo cioè a fotografie inedite dello stesso archivio di Ravo o a opere di autori contemporanei, a lavori in videoarte o a nuove immagini generate dall’Intelligenza Artificiale. Ma la trasformazione finale del lavoro avviene con la pittura spray, il mezzo tecnico prediletto. Nelle 7 sale del percorso espositivo, viste come porte che s’aprono a tratti di vita dell’autore, ecco le opere, alcune di grandi dimensioni, create dall’IA e rielaborate dall’artista di mano sua. Sono tutte su tela. Tranne due: ottenute su pietra e di gusto primordiale. Accanto, o di fronte alle opere, sono strutture a specchio di Studio Def, in cui si riflettono gli ambienti, con anche le sagome deformate dei visitatori: segno di un gioco d’artista tutto sommato antico.
Due fanciulle in abiti in parte d’epoca, in parte futuristici, vengono incontro nella prima sala. Il lavoro è certo ispirato dal contesto dell’antico maniero. Sono damigelle piene di grazia. Immerse però nel metaverso, i caschi in testa, raccontano di una curiosità tutta nuova. Curiose come le serie di ritratti in altre sale, con noti visi ispirati a Caravaggio, ma anche alla videoarte dell’americano Bill Viola. L’artista di radici italiane, noto al pubblico internazionale, anni fa mandò in tilt con la sua mostra, come avvenne con Wim Wenders, il circuito museale di Villa Panza. Nelle sale 5 e 6 è una gradevole rievocazione tecnologica e pittorica insieme di personaggi di fumetti, di favole e di racconti grafici che popolarono infanzia e gioventù dell’autore. L’ultima sala dedicata agli autoritratti del protagonista completa le vicende di una storia personale che nell’arte si è nutrita ed è cresciuta. Un lenzuolo di famiglia, usato come tela per ritrarre se stesso dal giovane Andrea, allievo di Brera, spiega già molto. Fondamentale, non si dimentichi, è la quarta sala: con l’omaggio di Ravo alla preziosa opera, presente nell’ampia collezione del castello di Masnago, “Sera d’autunno o Valpozzo” (1903) del divisionista Pellizza da Volpedo. Un omaggio di lavori giocati, a loro volta, su colori particolari, atmosfere e sciabordii di acque che affiorano, oltre che dalle prove dell’artista, forse anche nelle sensazioni di chi attraversa le sale accompagnato dalle musiche di Andrea La Pietra. Un leitmotiv particolare, quasi onde gravitazionali che si inseguono: nell’intramontabile spazio-tempo dell’arte.
Andrea Ravo Mattoni
img2img. Pittura, Copia e Intelligenza Artificiale
Fino al 28 luglio 2024
Castello di Masnago, Museo Civico d’Arte moderna e contemporanea
Via Monguelfo, Varese
Da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 12.30
e dalle 14.00 alle 18.00
museivarese@cooperativasull’arte.it
Le strutture nelle immagini sono state progettate da Studio Def