Alternanza scuola-lavoro no panic

“La scuola del futuro mette le sue radici già qui oggi”. Il terreno a cui si rivolge il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, è quello del

“La scuola del futuro mette le sue radici già qui oggi”. Il terreno a cui si rivolge il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, è quello dell’industria. Le parole dell’esponente del governo, infatti, sono state pronunciate al convegno nazionale “Alternativa…mente”, organizzato a inizio marzo da Confindustria e Club dei 15,  il network delle associazioni industriali delle province a più alta incidenza di attività manifatturiera, tra cui Varese.
 

Con la riforma della “Buona Scuola” saranno 700mila i ragazzi in tutta Italia che dovranno inserire nel proprio percorso di studio un’esperienza sul campo in azienda o in un ente. Solo in provincia di Varese si parla di 7mila giovani. Una sfida per imprese e scuole

Associazioni d’impresa, imprenditori, insegnanti, studenti: tutto il mondo dell’alternanza scuola-lavoro racchiuso nel teatro Sociale di Mantova per parlarsi, confrontarsi, darsi una strategia.
Un evento, soprattutto, pensato per fare il punto sulla riforma dell’istruzione varata lo scorso luglio:  la cosiddetta “Buona Scuola”. In particolare c’è un elemento che preoccupa istituti e imprese: l’introduzione obbligatoria nelle scuole della formula dell’alternanza scuola-lavoro. In pratica, tutti gli studenti degli istituti superiori delle classi terze, quarte e quinte dovranno effettuare un periodo di formazione in alternanza, non inferiore a 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e non inferiore a 200 per i licei. Imprese, ma non solo. I luoghi dove i ragazzi potranno svolgere il periodo di formazione sul campo potranno anche essere quelli degli studi dei liberi professionisti, i musei e gli altri istituti pubblici e privati operanti nei settori del patrimonio e delle attività culturali, artistiche e musicali, nonché gli enti che svolgono attività afferenti al patrimonio ambientale o gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. Una novità che impatterà, dunque, non poco sul sistema scolastico, il quale, è facile immaginare, si rivolgerà soprattutto al mondo produttivo e alle aziende di servizi. Da qui la necessità di creare sinergie tra mondo manifatturiero e scuola. Da sempre, infatti, sono le imprese i punti di riferimenti maggiormente ricercati dagli istituti per avviare i ragazzi in questi tipi di percorsi. E quelli che si metteranno in coda non sono pochi. Secondo le stime del Ministero, infatti, sono circa 700mila gli studenti che saranno coinvolti in percorsi di alternanza in tutta Italia. E a Varese? Per quanto riguarda la nostra provincia, i numeri sono altrettanto rilevanti: la stima è di 7.000 ragazzi (numero che salirà a 21.000 quando, tra tre anni, la riforma sarà a regime). Un cambiamento epocale. Sia per le imprese, sia per il mondo dell’istruzione, sia per i ragazzi.

Con la riforma della “Buona Scuola” saranno 700mila i ragazzi in tutta Italia che dovranno inserire nel proprio percorso di studio un’esperienza sul campo in azienda o in un ente. Solo in provincia di Varese si parla di 7mila giovani. Una sfida per imprese e scuole “Il mondo della scuola e dell’impresa sono pronti ad accogliere la sfida”, ha sottolineato il Ministro al convegno di Mantova, raccogliendo quel stigmatico “Alternanza: no panic” lanciato nell’apertura del suo intervento dall’Assessore di Regione Lombardia all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea, e sottolineando il valore delle competenze digitali come strumenti su cui puntare.  Rivolgendosi direttamente ai ragazzi, Giannini ha poi chiarito che la riforma non deve essere da loro interpretata come un obbligo formale che pesi sugli istituti, ma come una vera e propria parte integrante di valore del loro percorso formativo. “Abbiate chiare le vostre competenze – ha detto ai più giovani – e le possibilità che la scuola vi offre per tradurlo in un orientamento al dopo: che sia proseguimento di studi o lavoro ma, soprattutto, per la vita”. Teso ad evidenziare l’aspetto etico della riforma, ma dal punto di vista dell’impresa, anche l’intervento di Ivan Lobello, Vicepresidente di Confindustria, che ha sottolineato come “il mondo del lavoro assume oggi un ruolo educativo fondamentale nei confronti dei ragazzi, un ruolo che da tempo aveva perso ma che ora diventa un vero e proprio investimento.”
Pensato come occasione per dar vita ad un confronto di idee e buone prassi da cui prendere ispirazione per rendere più costruttive le partnership tra scuola e impresa, il convegno ha visto protagoniste le esperienze concrete già in atto. Largo spazio a quella varesina, citata anche dal ministro come esemplare. L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha, infatti, portato a Mantova la propria esperienza basata sul progetto “Generazione d’Industria”, avviato ormai da più di quattro anni.
 

Confindustria si è confrontata con il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante il convegno del Club dei 15 a Mantova “Alternativa…mente”

A raccontarlo Tiziano Barea, Vice Presidente di Univa e imprenditore di BTSR International una delle prime imprese ad aver aderito con entusiasmo all’iniziativa. “Il nostro percorso – ha spiegato Barea –  vede da sempre l’associazione e il territorio coinvolti in iniziative volte a favorire l’inserimento dei più giovani nel mondo del lavoro. Generazione d’Industria nasce per fare rete tra Scuola e Industria e avvicinare i giovani al mondo dell’impresa. In questi ultimi quattro anni, ha permesso di premiare con borse di studio ben 108 ragazzi. Altrettanti gli studenti inseriti in percorsi di stage.” Raccontando un progetto che oggi vede crescere l’adesione delle imprese con prestigiosi nuovi ingressi – Alfredo Grassi, Secondo Mona, Rft, Novello, Eolo, Fimi, Tigros, SWK, D’Andrea e Vodafone Automotive  – Barea  ha aggiunto: “Solo lavorando su solidi progetti di alternanza in grado di avvicinare mondo della scuola al sistema produttivo possiamo agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La sfida è epocale, sia per i numeri che sono in gioco, sia perché stiamo parlando del futuro dei nostri ragazzi e delle nostre aziende. Come dichiarato dallo stesso Presidente di Univa, Riccardo Comerio, l’azione sui giovani per contrastare la disoccupazione giovanile attraverso innovativi progetti di alternanza scuola/lavoro è una delle 10 priorità che caratterizzeranno le attività strategiche della nostra associazione nei prossimi anni”. Alla domanda del moderatore, su cosa l’abbia colpito personalmente, Barea ha sottolineato con evidente sincerità e conquistando l’applauso del pubblico, la sua grande sorpresa nello scoprire l’entusiasmo dei ragazzi in azienda.  Alle imprese ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Un ragazzo che respira l’azienda, la passione, la competenza ne esce arricchito e diventa prezioso per l’impresa stessa.”

Articoli correlati