A tu per tu con Paolo Nespoli

All’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori un parallelismo: nello spazio come nell’impresa servono impegno, sacrificio, visione, spirito di squadra e capacità di sognare “Vola solo

All’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori un parallelismo: nello spazio come nell’impresa servono impegno, sacrificio, visione, spirito di squadra e capacità di sognare

“Vola solo chi osa farlo”. Le parole del gatto di Luis Sepùlveda hanno una grande popolarità sui social, con la loro carica emozionale e motivazionale. Ma mai a Varese si era era vista una miglior esemplificazione vivente di questa metafora: la presenza d’eccezione è quella di Paolo Nespoli, ospite attesissimo dell’Assemblea annuale del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese che si è tenuta lunedì 25 giugno al Centro Congressi di Ville Ponti. Classe 1957, ingegnere, Nespoli, o meglio Astropaolo, è un ben noto astronauta italiano con un “monte ore” di presenza nello spazio di 313 giorni per 3 missioni, di cui l’ultima nel 2017. Una platea incantata, con il naso all’insù, ha seguito il brillante racconto di un’avventura che dal “Da grande vorrei fare l’astronauta!” (che faceva sorridere gli adulti nella sua natale Verano Brianza!) alla soddisfazione di diventarlo davvero è stata un susseguirsi di impegno e fatica. Non senza delusioni ma con una costante tenacia. Nespoli inizia il suo viaggio personale come paracadutista. “Mi hanno spinto e obbligato a trovare i miei limiti ma con la motivazione giusta, competenza e senso del rischio, si riesce ad aprire il paracadute!” racconta. Poi un percorso lungo e costellato, si può ben dire, di impegno e sacrificio. “Mi sono reso conto che per fare l’astronauta serve una laurea, un’ottima conoscenza dell’inglese e il fisico.” E così Astropaolo diventa ingegnere e studia l’inglese e, più avanti, il russo e, quanto al fisico, ringrazia madre natura. Ma non basta: tanto è l’allenamento, la fatica, la preparazioni. Le fasi che precedono una missione prevedono perizia certosina, esercizio fisico, simulazioni di ogni livello e durano circa tre anni. Prima ancora di arrivarci, però, ci sono le selezioni, i no, gli imprevisti: dopo la laurea ci vogliono anni perché Nespoli possa cominciare il suo percorso vero e proprio e venga assunto dall’ESA: è del 2007 il suo primo volo come specialista di missione a bordo dello Space Shuttle Discovery. Un percorso non privo di errori. “Quelli che fanno le cose, fanno anche gli errori! – spiega –. Ma noi li consideriamo momenti importanti di crescita per tutti. Per tutti, perché nello spazio come a terra conta lo spirito di squadra. Il tempo con cui ci si muove è basato non sulla persona più forte ma su quella più debole, che, magari è debole, ma ha un ruolo fondamentale e valore all’interno del team”.

Un messaggio ben spendibile anche nel mondo delle imprese, rappresentato dai nuovi capitani d’industria del Gruppo Giovani. Cambia solo il raggio d’azione, tra le stelle o più vicino a noi. A fare da trait d’union i numerosi rappresentanti in sala delle imprese del Lombardia Aerospace Cluster, tra cui il suo Presidente Angelo Vallerani.

Il Presidente del Ggi Varese, Mauro Vitiello: “Il nostro posto nel mondo è il mondo. Vogliamo vivere e lavorare senza confini”

“Il posto nel mondo dei giovani imprenditori è… il mondo!” Così parafrasando Fabio Volo, Mauro Vitiello il Presidente del Gruppo ha contestualizzato il ruolo delle nuove generazioni nello scenario economico e sociale del territorio e nazionale. Uno sguardo oltre ogni barriera. Prima di tutto, quelle geografiche: “Il nostro è un ruolo da giocare in una realtà senza confini che poi ognuno è libero di interpretare come crede. In base alle proprie peculiarità, a quelle della propria azienda e dei propri collaboratori. Non esiste oggi impresa che non sia internazionale. Viviamo in un grande paradosso. Da una parte, vediamo sempre di più sventolare le bandiere delle barriere commerciali ai confini dei nostri Paesi. Dall’altra però, nonostante questo obiettivo di tornare dentro i propri confini, sentendoli come una protezione dal nuovo che avanza vissuto come minaccioso, le decisioni che vengono prese in luoghi quali la Casa Bianca hanno un impatto sulle imprese di tutto il mondo, quelle varesine comprese, più di quanto non siano in grado di fare le decisioni prese a livello di singola amministrazione locale o nazionale che sia”. Per Vitiello una conclusione è inevitabile: “Siamo globali nei fatti. Anche se non lo vogliamo”.

“Stanno cambiando i paradigmi organizzativi delle aziende e dell’innovazione e gli imprenditori, soprattutto quelli giovani, devono adeguarsi”

A sottolinearlo è la proiezione in Assemblea di un video che riassume un anno di viaggi d’affari in giro per il mondo con le foto dei giovani imprenditori in Germania, Emirati Arabi, Cina, Russia, Brasile, Stati Uniti, Gran Bretagna. Niente confini, dunque. Un’aspirazione che accomuna le missioni spaziali e quello delle imprese. “Come imprenditori siamo innamorati delle nostre imprese. Ma la domanda da porsi è: siamo altrettanto innamorati del sistema di imprese che rappresentiamo? Stanno cambiando i paradigmi organizzativi delle aziende e dell’innovazione e gli imprenditori, soprattutto quelli giovani, devono adeguarsi. Non è tanto questione di tecnologia, ma di cultura. Fare impresa ha più che mai a che fare con la convivialità, la condivisione e la passione. Vogliamo essere come Paolo Nespoli. Vogliamo riuscire ad agguantare i nostri sogni e a costruirci un posto nel mondo attraverso le nostre imprese”. Così ha concluso Vitiello, fornendo un assist a Nespoli che ha ribadito: “Il futuro è nostro e siamo noi che dobbiamo prenderne il controllo. Ragazzi sognate cose impossibili!”

La chiosa è affidata dal Presidente senior dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio: “Sognare cose impossibili? Noi imprenditori lo facciamo tutti i giorni. È anche questo il segreto del nostro successo. Quello delle nostre numerose piccole e medie imprese, spesso paragonate a dei calabroni che riescono a volare sfidando i limiti delle leggi della fisica”.

Per approfondire il discorso di Mauro Vitiello leggi anche:

 

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