Scelte di vita
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Quale scuola dopo la terza media? La domanda è una di quelle capaci di togliere il sonno a genitori e studenti e la risposta – individuale, ponderata, sofferta o presa a cuor leggero – rappresenta solo in parte una liberazione. Essa infatti apre davanti a sé le porte di altri anni da passare sui libri per costruire il proprio progetto di vita. Di sicuro sul piatto ogni famiglia mette tutte le variabili del caso che vanno dalle predisposizione del figlio agli sbocchi professionali, comprendendo nella scelta anche variabili non irrilevanti quali la “reputazione” della scuola, la localizzazione sul territorio e i trasporti per raggiungere la scuola e i costi. Ma, a bocce ferme, resta il fatto che la prima tappa dell’indecisione è quella che si gioca tra licei e istituti professionali e tecnici. Se questi ultimi sono quelli che, sulla carta offrono la possibilità di sbocchi lavorativi immediati, spesso finiscono per essere meno gettonati. Un errore che si commette spesso è quello di orientare i giovani verso il liceo sulla base di buoni risultati scolastici. Un passo falso che non tiene veramente in conto le attitudini dei ragazzi e che esaspera l’attenzione verso i voti rispetto alle considerazione sulle reali attitudini. Il quattordicenne di oggi, iper connesso e cresciuto a suon di rete e app, non assomiglia per nulla alle generazioni che lo hanno preceduto e le sue modalità di apprendimento sono più legate al fare di quanto possiamo immaginarci. Ecco allora che una serena esplorazione dell’offerta formativa impone di allargare gli orizzonti, scoprendo che in una provincia come la nostra leader nel manifatturiero – un primato non a tutti noto – tra licei, istruzione professionale e istruzione tecnica oggi si può spaziare tra tantissimi indirizzi.
Si avvicina per i ragazzi il momento della delicatissima scelta del percorso di studi da intraprendere dopo la terza media, dicembre e gennaio sono i mesi degli “open day” nei licei e negli istituti professionali e tecnici ed entro la fine di febbraio la pre-iscrizione dev’essere fatta.
Un territorio ricco
Di sicuro sul nostro territorio, nei nove distretti scolastici in cui è suddiviso, l’offerta formativa per quanto concerne gli istituti Professionali e Tecnici non manca ed è ben articolata, suddivisa tra scuole pubbliche e paritarie che integrano e completano le possibilità di scelta. Citare tutti, in questo contesto, sarebbe impossibile: una mappatura completa è comunque presente grazie a un opuscolo on line curato dal settore Istruzione, Formazione Professionale e Apprendistato della Provincia di Varese.
Obiettivo comune? Al di là dei singoli indirizzi l’obiettivo è quello di far acquisire agli studenti competenze spendibili in vari contesti di vita e di lavoro, mettendo i diplomati in grado di assumere autonome responsabilità. Qui si punta anche sui laboratori e sulla soluzione dei problemi, per far cogliere ai ragazzi la dimensione operativa delle loro conoscenze. Nell’ambito degli istituti professionali la macro divisione è quella tra settore dei Servizi e settore Industria e Artigianato: all’interno dei singoli contenitori si va poi dall’ottico all’enogastronomia (per i Servizi) , mentre si spazia dal manutenzione e assistenza tecnica alle produzioni industriali e artigianali (per il settore Industria e Artigianato).
Analogo discorso è quello che riguarda gli istituti Tecnici. Dietro alle varie sigle (Iisis, Ip o Ips) si trovano settori differenti che vanno da quello Economico (che comprende: Amministrazione Finanza, Marketing oppure Turismo o ancora Economico Internazionale), al settore Tecnologico i cui ambiti sono numerosissimi: Meccanica, Meccatronica, Energia e Tecnologia delle Materie Plastiche, ma anche Trasporti e Logistica, Costruzioni Aeronautiche, Elettrotecnica, Elettronica, Informatica e Telecomunicazioni, Grafica e Comunicazione, Chimica, Biotecnologie o ancora Sistema Moda fino ad Agraria, Agroalimentare, Agroindustria o Costruzioni, Ambiente e Territorio. Nomi dietro ai quali si celano professioni tradizionali (come il ragioniere o il geometra), ma che spaziano anche in ambiti del tutto nuovi e che cercano di rispondere alle richieste del mondo del lavoro.
L’obiettivo degli istituti Professionali e Tecnici è quello di far acquisire agli studenti competenze spendibili in vari contesti di vita e di lavoro, mettendo i diplomati in grado di assumere autonome responsabilità.
Non solo aule…
Particolare importanza, nella progettazione formativa di questi istituti, è rivestita dalla alternanza scuola lavoro, che consente pluralità di soluzioni didattiche e favorisce il collegamento con il territorio. E c’è anche chi ha voluto fare un ulteriore passo: si tratta del progetto Generazione d’Industria, avviato nel 2011 dall’Unione degli Industriali e che vede oggi la partecipazione di 20 Istituti tecnici distribuiti tra Luino e Busto Arsizio e l’adesione di 30 imprese che ogni anno rinnovano la loro disponibilità nell’aprire le porte agli studenti e nel garantire l’erogazione di apposite borse di studio. In questo caso non si tratta solo di favorire l’alternanza, ma di gettare le basi per l’interscambio culturale tra mondo produttivo e scuola. Un salto di qualità rispetto al concetto dell’alternanza scuola-lavoro. L’obiettivo infatti non è solo quello di aprire i cancelli delle imprese agli studenti, ma anche quello di aprire le porte degli istituti tecnici al contributo fattivo delle imprese. Uno scambio “alla pari” perché dalla contaminazione tra saperi passa una opportunità in più per le nuove generazioni in cerca del loro futuro.