Con Barry X Ball

Ispirazione per il bello, tecnologia e perfezione, passione per la manualità. Tra Varese e Milano la prima retrospettiva completa dell’artista californiano che stupisce per la capacit&ag

Ispirazione per il bello, tecnologia e perfezione, passione per la manualità. Tra Varese e Milano la prima retrospettiva completa dell’artista californiano che stupisce per la capacità nell’uso di pietre e materiali preziosi aggregati con sapienza  di mestiere e gusto di innovazione

Si trova a Villa Panza la prima retrospettiva completa dell’opera di Barry X Ball, scultore californiano controcorrente, con studio a Brooklyn, nato nel 1955 a Pasadena da una famiglia di protestanti fondamentalisti. Sono in mostra, collocate secondo un criterio di ambientazione, una cinquantina e più di opere, a partire dalle produzioni degli anni Ottanta, pannelli tridimensionali con un lato dorato, ispirati ai dipinti Primitivi toscani, fino ai celeberrimi Portraits, per arrivare ai Masterpiece: una serie del 2008 che rivisita in chiave contemporanea opere imponenti del passato.  “The end of History”, la rassegna curata da Anna Bernardini e Laura Mattioli, corre dalle sale al piano nobile della Villa fino al nuovo spazio delle Rimesse per le Carrozze. E, in contemporanea, prosegue al Castello Sforzesco di Milano, grazie alla collaborazione dello stesso museo d’Arte. 

Nello spazio dedicato fino al 2015 alla Pietà Rondanini, la Sala degli Scarlioni, si incontra una nuova Pietà (2008), emozionante, contemporaneo omaggio in onice bianco iraniano dell’artista americano all’opera michelangiolesca: che fu, e rimane, tra le più alte opere – capolavoro subliminale e incompiuto, di esito altissimo – dell’ultimo cammino del gran toscano. Sempre al Castello Sforzesco di Milano è anche una serie di nove ritratti, Pseudogroup of Giuseppe Panza (1998-2001) in marmo della Macedonia, realizzato in nove esemplari, su calco del volto di Giuseppe Panza e ispirati alla ritrattistica di età repubblicana. Si tratta non solo di un completamento della rassegna, ma anche una sottolineatura, da parte dei curatori della mostra, del ruolo di attento collezionista che il proprietario di Villa Panza ebbe nel corso della sua vita. 

Panza acquistò negli anni Ottanta proprio da Barry X Ball alcune opere, che furono dall’artista appositamente create per la collezione del conte milanese: vi prevalgono i colori dell’oro e del nero, giocati in una ricerca cromatica, geometrica e di luce. La rassegna si segnala particolarmente nel suo insieme per la capacità di Ball di coniugare paradigmi dell’arte antica con una fraseologia artistica, sorprendentemente espressiva, ottenuta grazie all’uso di tecnologie d’avanguardia e ad una finitura manuale accuratissima che richiede ore e giorni di lavoro. Raramente tecnologia e artigianalità perseguono insieme un così alto, emozionante risultato di limatura e cesellatura, di uso di pietre e materiali preziosi aggregati con consumata sapienza di mestiere e gusto di innovazione: marmo di varia provenienza, onice, argento e ebano, lapislazzuli, palladio e oro compongono e ornano i suoi lavori, confondendosi e aggregandosi l’uno con l’altro. Dal progetto virtuale in 3D e la modellazione al computer, Barry X Ball perviene al risultato finale di un lavoro manuale accuratissimo, volto a impreziosire, esaltando tecnicamente e esteticamente l’opera. Ma anche, soprattutto, a dimostrare l’unicità irripetibile del soggetto. Ne sono esempio il  Ritratto di Laura Mattioli, aggregato di pietre e lapislazzuli del 2005, ma anche i due doppi ritratti dedicati a se stesso: Matthew Barney Dual-Dual Portrait (2000-2007), in onice messicana bianca e rossa, e l’inedito Matthew Barney-Barry X Dual Portrait (2018). 

Sono in mostra una cinquantina e più di opere: pannelli tridimensionali con un lato dorato, ispirati ai dipinti Primitivi toscani, fino ai celeberrimi Portraits, per arrivare ai Masterpiece

E non poteva che essere un americano a farci riconsiderare la nostra bellezza, a osare avvicinarsi alla mano forte del Buonarroti, che del marmo – come lo è Barry X Ball – fu sempre innamorato, traendone, dall’algida fissità della sua durezza, ineguagliabili creature di inebriante vitalità, di morbidezza soave, di immortale vigore. È in quest’ottica di reverente emulazione che nei Masterpieces – recente serie di opere direttamente ispirate a modelli storici noti – lo scultore ottiene lo scopo di ridar vita a questi ultimi, attribuendogli un nuovo soffio vitale.
Si veda di questa serie, accanto a Purity e a Envy, l’imponente opera in marmo nero Sleeping Hermaphrodite, che reinterpreta il celebre originale attribuendovi inattesa morbidezza e sinuosità. Ball, affascinato da tanta classicità, vi ha aggiunto di suo l’interesse per la tecnica e la tecnologia – apprese dal nonno pastore protestante e meccanico di automobili – l’innamoramento per il design e un innato amore per la bellezza rafforzatosi anche soprattutto nel corso dei suoi viaggi in Italia. 

Racconta a tutti, lo ha fatto anche in apertura alla mostra varesina, il primo, folgorante ricordo che riassume e spiega quanto si è scritto della sua arte e della sua vita: l’innamoramento per una Ferrari vista per la prima volta da noi. Ispirazione dunque per il bello, tecnologia e perfezione, passione per la manualità rubata all’arte più preziosa e antica nella quale l’Italia ha sempre fatto scuola è quanto insomma soprattutto contraddistingue il cammino di Barry X Ball. La mostra è incontro con uno scultore innamorato e rispettoso del passato, che, come ha notato Laura Mattioli, rivelando un atteggiamento antiaccademico rispetto all’arte contemporanea, si fa portatore di un discorso universale e antico che va al di là della contingenza. Dimostrando, con la sua mano e mente d’artista, come, nel comune denominatore della bellezza, viva, anzi continui a vivere – oltre il limite precostituito della sua storia – la libertà dell’Arte. 

Barry X Ball. The End of History
12 aprile – 9 dicembre 2018

Villa e Collezione Panza, Piazza Litta, Varese
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00

Barry X Ball, Pietà 
Museo Arte Antica (sala XV) 
Castello Sforzesco, Piazza Castello, Milano
da martedì a domenica dalle 9.00 alle 17.30

 

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