Come affrontare la crisi demografica
Da un lato i progetti territoriali come quello di Univa, “People – l’impresa di crescere insieme” per contrastare la denatalità. Dall’altro, il conto che il progressivo
Da un lato i progetti territoriali come quello di Univa, “People – l’impresa di crescere insieme” per contrastare la denatalità. Dall’altro, il conto che il progressivo calo delle culle, presenterà al Paese sotto il profilo sociologico ed economico, ma anche politico e finanziario. Sono questi i temi attorno a cui è ruotato l’evento di giovedì 26 maggio 2022, al Museo del Tessile di Busto Arsizio. Un appuntamento organizzato dall’Associazione L’Officina delle Idee 2.0, che ha visto la partecipazione del Vicepresidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Mauro Vitiello
“Quello della crisi demografica è un problema molto grave anche per gli imprenditori che via via risentiranno della carenza di risorse da assumere in azienda. Le nuove generazioni sono estremamente preparate, sanno quello che vogliono e proprio per questo tendono a non rimanere nel nostro Paese. Non ci sono solo i motivi economici a portarli all’estero ma anche delle ragioni sociali. È proprio a fronte anche di questo problema che nasce People, un progetto che vuole rendere più attrattive le imprese, garantendo ai lavoratori le condizioni favorevoli affinché possano conciliare il lavoro con il tempo libero e la famiglia, offrendo anche occasioni e iniziative ludiche all’interno dell’azienda, proprio durante l’orario lavorativo”. Così il Vicepresidente di Univa, Mauro Vitiello, durante l’evento di giovedì 26 maggio al Museo del Tessile di Busto Arsizio. Un appuntamento organizzato dall’Associazione politico culturale L’Officina delle Idee 2.0, per riflettere sull’andamento della natalità nel Paese e in particolare sul cosiddetto “inverno demografico”.
Ad aprire l’incontro con la cittadinanza, il Presidente dell’Associazione Franco Binaghi che ha sottolineato la gravità della situazione non solo sotto il profilo sociologico ed economico, ma anche politico e finanziario. La parola è poi passata al moderatore Gigi Farioli, nonché uno dei fondatori de L’Officina della Idee 2.0, che ha tirato le fila della riflessione e guidato gli approfondimenti dei relatori.
Quello di cui ha parlato il Vicepresidente di Univa, Mauro Vitiello, in qualità di Ambassador, è il Progetto “People – l’impresa di crescere insieme”: la strategia con cui l’Unione Industriali di Varese e le imprese, hanno scelto di scendere in campo a sostegno della crescita demografica. Il modus operandi è quello di fare rete sul territorio, tra le imprese e tutti gli enti interessati, dalle aziende ai sindacati, dagli enti pubblici e amministrazioni locali fino ai privati, con l’obiettivo di porre al centro dell’attenzione le persone. La conciliazione vita e lavoro. Welfare aziendale. Sostegni per le famiglie. Questi i driver di intervento su cui Univa si propone di lavorare al fianco delle imprese. Il tutto per favorire la genitorialità, porre il benessere delle persone al centro di nuove dinamiche di sviluppo del territorio, contrastare le negative dinamiche demografiche e portare il tema all’attenzione del dibattito politico-sociale.
Il sociologo Enrico Maria Tacchi, invece, è intervenuto con un excursus sul trend demografico, dal dopoguerra al 2040, ripercorrendo le varie fasi della crescita della popolazione, dal boom demografico degli anni ’60 al calo progressivo e ancora attuale, fino alle ricadute che avrà il Paese tra vent’anni. Un andamento fortemente contraddistinto da squilibri che graficamente, dagli anni ’50 ai giorni nostri, è passato dalla configurazione di una piramide a quella di una trottola. Una forma che si fa più larga in prossimità degli anni ’60. Ma come mai c’è stato questo baby boom, con un picco nel ’64 con oltre un milione di nati? “La spiegazione – ha tenuto a spiegare il sociologo Tacchi – non è da cercare nel numero dei figli per donna, che negli anni del baby boom non era tanto distante dal dato odierno: 2. La ragione sta, piuttosto, nel numero di donne feconde che nel 1964, tra i 20 e i 40 anni, si aggirava attorno ai 10 milioni, mentre avvicinandoci ai giorni nostri va radicalmente a calare. Nel 2001, sempre prendendo in considerazione la somma delle donne potenzialmente fertili (tra i 20 e i 40 anni), risultava ammontare a 5 milioni. La situazione, però, si farà ancora più drammatica nel 2040 considerando che il numero delle donne fertili dal 2002 al 2021 sarà di soli 4 milioni, meno della metà del 1964. Negli ultimi 13 anni, i dati non hanno fatto altro che calare. Il 2021 è il minimo storico assoluto che si sia mai verificato in Italia, il precedente era il 2020, e ancora, quello prima era il 2019 e così via. Gli ultimi dati (2021) indicano solamente 399mila nati”. Previsioni, quelle presentate dal sociologo Tacchi, che chiaramente si fermano al 2040 poiché le donne che potenzialmente faranno figli nel 2050 non sono ancora nate.
Infine, l’intervento di Mario Sberna, Presidente dell’Associazione nazionale Famiglie Numerose, con un approfondimento sulle recenti misure adottate dal Governo a sostegno della famiglia, come il Family Act (diventato recentemente Legge con la sua approvazione al Senato il 6 aprile 2022 con 193 voti e solo 10 contrari) e l’assegno unico e universale per i figli a carico: “Finalmente l’attenzione si concentra sulla famiglia con un assegno unico anche per le famiglie che prima non lo ricevevano, come quelle con Partita Iva, anche se beneficiavano delle detrazioni. Ed è proprio qua che – sottolinea Mario Sberna – risiedono gli aspetti negativi: sono stati tolti i bonus, le detrazioni e tutte quelle provvidenze a sostegno della famiglia. Riforma, dunque, quella del Family Act che se da un lato ha l’obiettivo di dare un sostegno, dall’altro, per alcuni nuclei famigliari, soprattutto per quelli a basso reddito e con tanti figli, costituisce un’evidente criticità perché non tiene conto di quante bocche devono essere sfamate con lo stesso reddito di famiglie meno numerose”.
Ecco che allora dei progetti territoriali, come quello di Univa, possono essere la strada giusta da percorrere per iniziare a invertire la rotta, o per lo meno, per contrastare quel drammatico inverno demografico a cui il territorio varesino, così come tutto il Paese, sembra essere condannato. Come ha sottolineato Gigi Farioli, “quello degli industriali di Varese è un approccio nei confronti dei lavoratori estremamente profondo, che vuole rispondere alle necessità più pratiche delle imprese”. Non a caso, un esempio concreto è l’azienda dell’Ambassador del Progetto People, Mauro Vitiello. Nella sua realtà, la Copying di Caronno Pertusella, infatti, il sostegno agli addetti va dalla possibilità di farsi consegnare la spesa e i panni di lavanderia, direttamente in azienda, a quella di seguire corsi di pilates, di pittura e di cucina. “Circa 6 anni fa abbiamo deciso di inserire in azienda una nuova figura, una sorta di Manager della felicità, che potesse farci capire di cosa avessero bisogno i nostri collaboratori. Oggi sappiamo che abbiamo degli addetti molto bravi a fare anche altre cose rispetto al loro lavoro: c’è, ad esempio, l’esperto di foto che tiene dei corsi ai colleghi, oppure l’appassionato ai fornelli che ha fatto scoprire i sapori della propria terra”. Ma le iniziative che si possono avviare in un’azienda sono tante. Copying, ad esempio, ha creato degli spazi per fare l’orto; ha attivato il servizio di car sharing per la mobilità dei lavoratori da e per l’azienda; senza dimenticare la possibilità di fare attività sportiva in qualsiasi orario lavorativo e la collaborazione con una naturopata.