I 4 zeri di Carlsberg

La filiale italiana del Gruppo, tra i maggiori produttori di birra al mondo, continua a ridurre il proprio impatto ambientale. Dal 2015 ad oggi ha raggiunto il -38% di emissioni di CO2 e il -32% di c

La filiale italiana del Gruppo, tra i maggiori produttori di birra al mondo, continua a ridurre il proprio impatto ambientale. Dal 2015 ad oggi ha raggiunto il -38% di emissioni di CO2 e il -32% di consumo di acqua. Ma non solo. Promuove anche un consumo sempre più responsabile, persino con una bevanda analcolica senza compromessi sul gusto del luppolo. Ecco i risultati dell’ESG Report 2021: l’undicesimo bilancio di sostenibilità dell’azienda

Zero emissioni di CO2, zero spreco d’acqua, zero consumo irresponsabile e zero incidenti sul lavoro. Sono gli obiettivi green che Carlsberg Italia si sta impegnando a raggiungere da ormai undici anni in queste quattro aree e a cui si è avvicinata ancora di più nel 2021. Si tratta di quattro driver di sviluppo che il Gruppo internazionale monitora dal 2011, attraverso un dialogo costante con gli stakeholder e un lavoro di rendicontazione delle performance di sostenibilità. Tutto seguendo il filo rosso della strategia aziendale “Together Towards ZERO” (“Insieme verso lo zero”, ndr). Praticamente, la casa della birra, tra le più famose al mondo, svolge ogni anno un bilancio di sostenibilità per raggiungere i livelli più bassi di inquinamento, di spreco, ma anche di incidenti sul lavoro e di consumo irresponsabile della bevanda. Un rendiconto che da questa edizione cambia nome e diventa Environment, Social & Governance (ESG) Report. Quelli emersi dall’ESG Report 2021, dunque, sono numeri in linea con gli obiettivi previsti per il 2022 e con i target fissati per il 2030, che consolidano i risultati degli anni passati e avanzano verso i quattro zeri.

Più di 1.300.000 ettolitri prodotti. Un portafoglio di marchi, nazionali e internazionali, conosciuti in tutto il mondo, come Birrificio Angelo Poretti, Tuborg, Grimbergen, Carlsberg, Brooklyn Brewery e Kronenbourg 1664. Oltre 250, invece, le persone, tra dipendenti e agenti, che lavorano su tutto il territorio nazionale. Questi i numeri e i nomi che detiene la filiale italiana del gigante della birra, il terzo produttore nazionale della bevanda. Alla guida, il Managing Director Olivier Dubost che ha preso recentemente il testimone da Kaare Jessen: “Sono entusiasta di poter guidare il team italiano di Carlsberg, con l’obiettivo di consolidare ed espandere la strategia di crescita del business nel mercato locale, puntando sui nostri capisaldi di qualità, innovazione e sostenibilità dei prodotti, generando valore condiviso con gli stakeholder e l’intera comunità”.

Le sedi italiane si dividono tra gli uffici di Lainate e il birrificio Angelo Poretti a Induno Olona. Ed è proprio dallo storico stabilimento in provincia di Varese, adiacente alla Valganna, che nascono gli importanti investimenti con cui Carlsberg Italia riduce progressivamente il suo impatto sul fronte ambientale. Il Pastorizzatore Flash e il depuratore aziendale indipendente sono solo due dei vari progetti green intrapresi dall’azienda. Il primo permette di risparmiare energia e acqua e di ridurre le emissioni di gas serra; il secondo, invece, restituisce all’ambiente acqua pulita e sicura. È anche grazie a tecnologie come queste che dal 2015 le emissioni di CO2 di Carlsberg Italia sono diminuite del -38%. Ottime le performance anche nella riduzione del consumo di acqua che dal 2015 è sceso del -32%. Un risultato consolidato e implementato nel 2021 con il processo di “doppia osmosi” nell’impianto che tratta l’acqua per la produzione della birra. Un sistema che consente di migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua dei processi produttivi per riutilizzarla nuovamente negli impianti.

“Stiamo lavorando con un progetto più grande in mente; per questo rendicontiamo ogni anno i progressi nei nostri focus principali – sottolinea Serena Savoca, Marketing & corporate affairs director di Carlsberg Italia –. L’ESG Report 2021 è un bilancio di consolidamento di una strada lunga 11 anni. Carlsberg Italia è sempre stata una filiale di valore aggiunto per il Gruppo. Tra i motivi sicuramente quello di essere stato il Paese pilota della tecnologia di spillatura DraughtMaster”. Un sistema con fusti in PET che consente di ridurre i quantitativi di anidride carbonica immessi nell’atmosfera. Una rivoluzione nel mercato della birra alla spina, che solo nel 2021 ha permesso di risparmiare quasi 12 milioni di kg di CO2. In questo modo la freschezza della bevanda è preservata per 31 giorni, contro i soli 5 garantiti dai fusti in acciaio. Inoltre, quelli in PET consentono di servire anche l’ultima goccia di birra e quindi di evitare sprechi; sono più leggeri e possono essere smaltiti nella raccolta differenziata della plastica.

Non accontentarsi fa parte del Dna di Carlsberg. Basti pensare anche al circular bar realizzato con i fusti giunti a fine vita in collaborazione con l’artista, originaria del Varesotto, Rossana Orlandi, durante la Milano Design week. O ancora, al recupero dei fusti di birra esausti per realizzare oggetti di arredo urbano da regalare alla comunità. Un’iniziativa, quest’ultima, che ha permesso di recuperare 2.000 kg di plastica con il coinvolgimento di circa 30 clienti.

È chiaro, dunque, come Carlsberg Italia stia correndo sul fronte della sostenibilità per raggiungere lo zero nelle emissioni di CO2 e lo zero nello spreco d’acqua. Ma un colosso nella produzione di birra come fa a contrastare anche il consumo irresponsabile della bevanda? La filiale italiana nel 2021 ha lanciato la prima birra analcolica del Birrificio Angelo Poretti, la 4 Luppoli Zero.Zero. “L’obiettivo è quello di promuovere alternative analcoliche senza compromessi sul gusto – precisa la Marketing & corporate affairs director, Serena Savoca -. Si tratta di un lavoro continuo di sensibilizzazione. Per impegnarci in prima persona abbiamo anche dotato le nostre macchine aziendali ibride di un sistema che impedisce l’avvio del motore se il guidatore supera un certo grado alcolemico”. Sul fronte della prevenzione di incidenti sul lavoro, invece, nel 2021, l’azienda ha portato le ore di formazione sulla sicurezza a 1.088 dalle 209 svolte nel 2020.

Ma non è tutto. È sempre in quest’ottica che si colloca la recente novità nello stabilimento di Induno Olona: un restyling degli uffici dello storico Birrificio Angelo Poretti pensati per rendere la sede più efficiente dal punto di vista energetico e, dunque, ridurre i consumi e gli impatti sull’ambiente, oltre che favorire una maggior interdipendenza e collaborazione tra i dipendenti.

Da sinistra: Marco Cavallin, Sindaco di Induno Olona; Diego Volpi, Supply chain Director di Carlsberg Italia; Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia; Ivana Perusin, Vicesindaco e Assessore alle Attività Produttive del Comune di Varese; Samuele Astuti, Consigliere Regionale della Regione Lombardia

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