Il punto debole dei collegamenti infrastrutturali
La mobilità di merci e persone, in primis. Ma anche la vocazione turistica del territorio e il rischio di un’ulteriore desertificazione industriale della zona. Questi i nodi centrali su
La mobilità di merci e persone, in primis. Ma anche la vocazione turistica del territorio e il rischio di un’ulteriore desertificazione industriale della zona. Questi i nodi centrali su cui lavorare per costruire lo sviluppo dei Comuni di confine secondo i primi cittadini di Luino e Laveno Mombello. Dello stesso avviso è Marco Magrini, Presidente della Provincia di Varese: “La possibilità di studiare soluzioni intelligenti c’è”
Se si va indietro nel tempo di alcune decine di anni, il Nord della provincia di Varese appare come fissato in una fotografia in cui profili e dettagli non sono mutati. Una buona notizia? Non proprio, non si parla, infatti, di bellezze naturalistiche, di valli e di viste mozzafiato sul lago, ma piuttosto di carenza di infrastrutture, collegamenti e trasporti. Ma si parla anche di un mercato del lavoro sbilanciato dalla vicinanza della Svizzera, in grado di drenare (letteralmente) risorse umane alle imprese di confine, sulla base di un divario salariale a svantaggio del made in Italy, a fronte di un tessuto imprenditoriale che ha specializzazioni manifatturiere simili di qua e di là della frontiera. Si tratta di un insieme di elementi che portano a considerare a rischio questa fetta del Varesotto per il depauperamento di imprese e di occasioni di lavoro e che sempre più richiede un’attenzione particolare e forte.
Certamente le proposte per definire politiche e interventi di rilancio non sono mai mancate e non mancano ancora oggi. I differenti attori istituzionali, coinvolti a diversi livelli, sono concordi su alcuni punti, a partire dalla necessità di unire le risorse e fare squadra, senza dimenticare che favorire uno sviluppo economico ed industriale deve andare di pari passo alla salvaguardia del patrimonio naturalistico e della valorizzazione del turismo legato a queste zone, che godono di una innegabile vocazione in questo senso. Ed è proprio questa vocazione turistica che tiene banco nelle considerazioni di tutti quando si parla di priorità e nodi da sciogliere.
La parola ai Sindaci: da Luino a Laveno
“Se devo pensare a un tema da cui partire, è quello della mobilità delle persone”. Così si esprime sul “capitolo priorità” Enrico Bianchi, Sindaco di Luino, che con i suoi quasi 15mila abitanti rappresenta il Comune più popoloso dell’Alto Verbano. “La questione della mobilità e dei collegamenti va affrontata però insieme a Regione Lombardia, alla Provincia e alle agenzie che si occupano di trasposto: si tratta di un tema basilare da cui partire per pensare alle opportunità di sviluppo non solo industriale, ma anche turistico. Nessuno di questi fronti può essere sviluppato se mancano o sono carenti i collegamenti e se non si pensa ad una loro intermodalità: occorre togliere auto dalle strade e avere collegamenti ferroviari efficienti, non solo per le merci, ma anche per le persone sia in direzione della Svizzera sia per raggiungere Milano o Malpensa e viceversa”.
Al secondo posto vi è l’attenzione per la vocazione turistica, uno sbocco naturale per un territorio come quello del luinese che si affaccia sul Lago Maggiore. “Anche gli investimenti privati nel settore turistico andranno di pari passo allo sviluppo e al miglioramento dei collegamenti: solo con un potenziamento dei collegamenti si può pensare ad uno sviluppo adeguato e che renda significativi gli investimenti in questo settore”. Non da ultimo c’è il tema delle imprese e della loro presenza in questa zona di confine che rischia la desertificazione. “Se è vero che le aziende più grandi sono rare nel Nord della provincia, resta un tessuto di medie e piccole imprese che hanno voglia di crescere e che possono avere una vocazione tecnologicamente avanzata: qui tutto si gioca ancora su trasporti e sulla mano d’opera. Nelle nostre zone abbiamo la possibilità di una qualità di vita e di un benessere alti proprio per il contesto in cui siamo, ma occorre unire le forze e trovare risposte in fretta”.
A fare da eco è Luca Santagostino, primo cittadino di Laveno Mombello, centro di riferimento per il Medio Verbano. “Dal punto di vista delle imprese tra Laveno e Cittiglio dobbiamo fare i conti con le zone industriali abbandonate che, nel caso del nostro territorio di riferimento, sono almeno tre e di grosse dimensioni e che attualmente sono anche tagliate fuori dalle direttrici di collegamento viario e ferroviario. Gli aspetti viabilistici e dei collegamenti in generale sono quelli su cui concentrare principalmente la nostra attenzione, ma occorre una visione complessiva e un’azione sinergica”. Qui, rispetto a Luino, a tenere banco non è la questione dei frontalieri, ma piuttosto quella di un territorio in cui insistono collegamenti (ferrovia, traghetto e funivia), ma manca una strategia rispetto soprattutto alla navigazione del lago. “Da Laveno oggi possiamo andare in traghetto a Intra agevolmente – spiega Santagostino –, ma per raggiungere Santa Caterina del Sasso via lago possiamo optare solo per un percorso che dura oltre due ore, mentre in termini di chilometri questa bellezza dista da Laveno solo 6 chilometri”. La navigazione turistica insomma è “al palo” e manca un disegno in questo senso che connetta il collegamento ferroviario alla navigazione del lago. “La navigazione turistica è un punto dal quale non si può prescindere – dice ancora il Sindaco – e per avere un risultato in questo senso occorre che gli interlocutori giusti si siedano ad un tavolo per trovare le soluzioni migliori. Solo così potrà crescere l’attrattività del nostro territorio e con essa anche l’offerta legata all’accoglienza”. Un plauso in questo senso agli interventi della Camera di Commercio di Varese in fatto di sviluppo turistico legato allo sport e alla natura. “Laveno ospiterà nel prossimo biennio due importanti appuntamenti legati al deltaplano – conclude Santagostino – che saranno una buona occasione per attrarre turisti e per far conoscere il territorio” (come raccontato nel focus del numero di maggio di Varesefocus).
Qui Provincia di Varese: azione sinergica
La parola passa infine al Presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini che è anche parte in causa in fatto di Alto Varesotto, con la sua carica di Sindaco di Masciago Primo, piccolo centro abitato di circa 300 abitanti, a mezza costa fra Bedero e Rancio Valcuvia. “Il Nord della provincia – dice – ha una sua vocazione ambientale e turistica green ed indubbiamente questo costituisce un punto forte di attrattività del territorio per quanto riguarda il turismo e non solo, anche in termini di ben-essere inteso in modo ampio”. Ma anche in questo caso tutto si gioca attorno ai temi dei collegamenti, dei trasporti e in generale dei servizi che diventano la chiave di volta per poter davvero fare un salto di qualità. “Sul fronte dei collegamenti con la Svizzera pensiamo ai frontalieri e al traffico su gomma che si genera ogni giorno per varcare il confine nelle zone del Nord della provincia: la possibilità di studiare soluzioni intelligenti c’è – afferma Magrini – ed è una questione da portare al tavolo della Regio Insubrica. Penso però anche alle infrastrutture come le piste ciclabili per le quali c’è un grosso lavoro e un impegno economico per la messa in rete dei diversi percorsi. Occorre lavorare in rete tra istituzioni: con Regione Lombardia e con i Comuni coinvolti. Solo così possiamo pensare ad una azione sinergica per progettare insieme nei prossimi anni”.
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