La storia ai raggi X di De Götzen

La diagnostica dentale è un settore in continuo e grande sviluppo. Lo sa bene l’impresa di Fagnano Olona, parte del gruppo francese Acteon, specializzata in dispositivi medici per il set

La diagnostica dentale è un settore in continuo e grande sviluppo. Lo sa bene l’impresa di Fagnano Olona, parte del gruppo francese Acteon, specializzata in dispositivi medici per il settore odontoiatrico dal 1985. 2.700 macchine extraorali e 7.000 generatori intraorali l’anno: questi i numeri di una produzione esportata in ogni parte del mondo e, in particolare, nel mercato Nordamericano ed Europeo

È un campo che da sempre alimenta fascino e su cui si concentra l’innovazione, quello in cui opera De Götzen di Fagnano Olona. Dal 1985, anno in cui l’azienda venne fondata a Olgiate Olona, sono i raggi X a rappresentare il cuore delle attività di una realtà che sviluppa, produce e distribuisce dispositivi per le radiografie diagnostiche dentali ad elevata tecnologia. 2.700 macchine extraorali e 7.000 generatori intraorali l’anno: sono questi i numeri base di una produzione esportata in ogni parte del mondo e, in particolare, nel mercato Nordamericano ed Europeo. In pratica, che si effettui un esame dentistico in un grande centro diagnostico o nel piccolo studio dello specialista, è molto probabile imbattersi in un macchinario prodotto in provincia di Varese. 

È una storia di grande evoluzione quella del marchio, oggi parte del gruppo francese Acteon, nome di riferimento internazionale nel settore delle cure dentali. Una storia che vede a più tappe una ristrutturazione e una crescita esponenziale, che porta l’azienda dagli iniziali 60 dipendenti agli attuali 180, anche grazie all’acquisizione nel 2019 della parte produttiva dentale di Villa Sistemi Medicali di Buccinasco e a una continua ricerca in termini di innovazione e, soprattutto, di digitalizzazione. “In merito a quest’ultima, però, sarebbe improprio parlare di trasformazione, perché nel nostro settore l’investimento in Ricerca e Sviluppo è da sempre altissimo. Non c’è stato un momento di passaggio vero e proprio”, spiega il General Manager Alvise Reither, in azienda dal 2016. “Fin dalla sua fondazione, infatti, De Götzen è stata leader nel settore della produzione di generatori di raggi X. Negli anni sono stati realizzati macchinari sempre più complessi e innovativi, a partire dal Whitefox, che ha introdotto nel mondo delle analisi il concetto della terza dimensione nell’esame panoramico e cefalometrico per arrivare alla produzione di apparecchi sempre più performanti e insieme flessibili per la richiesta degli studi dentistici”. Ma non solo. “Parallelamente, alla continua ricerca tecnologica che ha portato all’evoluzione dei macchinari e alla massima automazione dei processi, c’è stata l’innovazione dei relativi software, con una ricerca sia di qualità sia di semplificazione, per rendere la tecnologia perfettamente user friendly, ma di alte performance diagnostiche. Anche internamente l’azienda ha da sempre un’ottima cultura digitale per quanto riguarda i processi. Si deve tenere presente che tutti i regolamenti del settore medicale implicano un rigore stringente e noi siamo strutturati al meglio per attenerci a qualsiasi normativa e certificazione, anche grazie a questa standardizzazione dei processi e delle comunicazioni”, precisa Reither.

Alvise Reither: “Sarebbe improprio per noi parlare di rivoluzione digitale, perché l’investimento in Ricerca e Sviluppo è nel nostro dna da sempre”

La continua crescita di De Götzen vede diverse tappe di cambiamento: l’ultima è la ristrutturazione recente di uno stabile industriale a Fagnano Olona che punta e punterà sempre di più a obiettivi di lean factory. “Accanto ad una necessità più legata allo spazio fisico, all’ordine e alla precisione della logistica, che fanno un po’ parte del nostro dna, certamente è la competenza del nostro team il punto di forza – continua Reither –. Siamo, infatti, sempre alla ricerca di giovani talentuosi sia per la parte industriale sia negli uffici. Non ci interessa siano specializzati, ma piuttosto volenterosi. Siamo poi noi a formare i tecnici nel processo di assemblaggio attraverso un sistema interno di trasmissione di competenze molto strutturato e sfidante. Dal canto loro, i neoassunti qui possono trovare un ambiente fertile per acquisire competenze uniche che poi, è inutile nasconderselo, ma è anche naturale che sia così, saranno un bagaglio per tutta la loro vita lavorativa. Inoltre, non mancano un team young e dinamico, insieme ad un sistema di welfare e di smartworking codificato e vantaggioso. Oggi poi stiamo lavorando anche sulle soft skills perché alla base di una buona organizzazione non ci sono solo le competenze tecniche”.

E per quanto riguarda il tema del momento, ovvero l’uso dell’Intelligenza Artificiale? Il General Manager è chiarissimo sui confini di queste applicazioni. “Siamo sempre alla ricerca di innovazione. Alla base di questa ricerca c’è indubbiamente l’esigenza del cliente, che guida il processo sempre verso qualità diagnostica e affidabilità e nella direzione della realizzazione di prodotti sempre più esteticamente apprezzabili e compatti. Storicamente, il cambiamento fondamentale è stato quando si è passati dall’impressionare le lastre per andare sul digitale e arrivare alle tre dimensioni. Oggi l’evoluzione percorre due vie: la continua innovazione dei sensori digitali e il trasferimento delle informazioni attraverso connessioni ethernet a computer e software ultra-specializzati. In questo si inseriscono i sistemi di Intelligenza Artificiale, che non sono una novità nel settore, ma possono essere la base per creare l’esperienza e agevolare la lettura clinica. Senza però minimamente alterarla. In pratica, tra l’acquisizione dell’immagine e la sua rielaborazione c’è un algoritmo che ha un obiettivo preciso: attenersi fedelmente alla realtà delle cose. L’uso dell’IA deve rientrare in questo chiaro confine”.  

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