Autismo al lavoro

Il centro TerraLUNA di Gallarate, che si occupa di persone portatrici di disturbi dello spettro autistico, grazie al quarto bando vinto in pochi anni, amplia l’investimento nel futuro, puntando

Il centro TerraLUNA di Gallarate, che si occupa di persone portatrici di disturbi dello spettro autistico, grazie al quarto bando vinto in pochi anni, amplia l’investimento nel futuro, puntando tutto sull’inserimento lavorativo di giovani e adulti, come strumento per permettere a ciascuno di trovare il proprio posto nel mondo. Molte le realtà del territorio che sostengono il progetto, da Yamamay a Euthalia, fino al Politecnico di Milano, solo per fare alcuni esempi

Al centro del progetto, la cura. Intesa non come medicina, ma come attenzione all’altro, con l’accoglimento di tutte le sue diversità. È questo il cuore della progettualità. Ed è questo il primo pensiero che si affaccia alla mente del visitatore in tutta la sua evidenza, entrando negli spazi di TerraLUNA a Gallarate. Che qui l’attenzione per le persone sia massima, si coglie al volo nello sguardo di chi ti accoglie, dalla sua Direttrice al personale specializzato, ma anche di chi, con cura, appunto, ti prepara il caffè o nei sorrisi dei bambini che si incontrano. Una cura confermata anche da una notizia fresca: quella dell’ottenimento di un nuovo finanziamento Interreg (iniziativa dell’Unione Europea finalizzata a promuovere la cooperazione territoriale tra regioni e paesi europei), frutto del quarto bando vinto a testimonianza della bontà, ma anche della concretezza di questa iniziativa. Grazie a questo finanziamento la struttura sosterrà un percorso di crescita importante. Quale? Lo abbiamo chiesto a Vanna Barca, Direttrice della Fondazione Bellora

Ci racconta cos’è TerraLUNA?
Il progetto nasce per volontà della Fondazione Bellora, istituzione benefica risalente addirittura al 1898, creata per supportare le persone in difficoltà e poi specializzatasi nella cura degli anziani. Nel 2019 la Fondazione, grazie a un finanziamento di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, ha avviato la ristrutturazione di un ex istituto scolastico per creare un centro dedicato alle persone portatrici di disturbi dello spettro autistico e ai loro familiari. Inizialmente il progetto si è rivolto a bambini e adolescenti: l’obiettivo successivo è stato quello di replicare l’esperienza positiva, forte anche delle competenze acquisite e della rete costruita, nella cura degli adulti.

In che modo si concretizza la cura degli adulti? 
Il nostro obiettivo è che chi è portatore di un disturbo autistico possa vivere una vita piena a 360 gradi. Per i bambini questo significa lavorare partendo da una “presa in carico” precoce e tenendo presente il contesto di vita, dalla scuola alla famiglia, operando in maniera congiunta. Per gli adulti, in particolare, questo significa aiutarli ad inserirsi in società, a trovare un ruolo nel mondo, un motivo per cui vivere. Questo passa in gran parte dal rendersi utili e, operativamente, dal lavoro. 

Questo perchè il lavoro nobilita l’uomo?
Il nostro progetto di vita “Autismo al lavoro” non vuole semplicemente aiutare le persone a trovare un’occupazione, ma a trovare quella in cui si sentano realizzate e siano realmente efficaci. Il tema dell’inclusione, sempre più sentito nelle imprese, passa dalla valorizzazione della diversità in azienda. Il nostro scopo è lo stesso: non si tratta di buonismo. Da una parte, serve valutare i bisogni delle imprese, dall’altra le specificità delle persone, ma anche le loro aspirazioni. Serve approccio scientifico, formazione e affiancamento e una cura che è diversa da persona a persona, in modo che ciascuno possa valorizzare i suoi talenti e acquisire competenze sia tecniche sia trasversali, in primis la socialità. 

E i riscontri?
L’esperienza conferma che questo funziona. Nella nostra sede, grazie all’impresa Ristorazione Oggi, la cucina, dove lavorano con entusiasmo e ottimi risultati 5 ragazzi autistici, è in grado di realizzare fino a 800 pasti al giorno, che vengono distribuiti nelle due Rsa della Fondazione Bellora e in altre realtà del territorio: dalle mense di asili al Comune di Sumirago. L’obiettivo, ambizioso ma assolutamente realistico, è quello di aprire al pubblico sia la caffetteria sia il ristorante.

E fuori dal centro? 
Bisogna premettere che il territorio ha da sempre una grande attenzione al progetto. Molte sono le realtà che ci credono, da Yamamay con l’Associazione Diana ODV a Euthalia, da Candiani al Politecnico di Milano, solo per fare alcuni esempi. In particolare, siamo orgogliosi di poter annunciare una recente collaborazione con la grande distribuzione di Carrefour per l’inserimento di 7 persone autistiche come scaffalisti.

Il primo lotto della sede inaugurata nel 2023 e il cantiere aperto raccontano di un grande impegno.
Ogni dettaglio è pensato per la cura. Il centro si estende su 10mila metri quadri. Al primo piano si trovano reception, sala d’attesa, stanze per le terapie, sala polifunzionale e caffetteria. Il secondo ospita stanze di cura e laboratori d’arte e formazione. Per favorire lo sviluppo dell’autonomia, stiamo costruendo appartamenti per realizzare una sorta di co-housing protetto. In cantiere anche un giardino finanziato dall’Associazione Mondi Connessi APS, che collabora con I bambini delle Fate, con spazi verdi dove svolgere lavori di giardinaggio, coltivare erbe aromatiche, ma anche godere della bellezza. A sostenere le varie attività è il finanziamento Interreg ottenuto dal recente bando vinto, che ci vede capofila di un progetto con partner di eccellenza: Associazione per l’autismo Enrico Micheli ETS di Novara, IESCUM Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, Provincia di Varese e ASST Valle Olona.

Una rete di contatti prestigiosa, davvero. 
Questa rete, e in particolare la presenza e la supervisione metodologica di IESCUM, è garanzia anche di validità scientifica: è fondamentale sottolineare che la cura non è mettere insieme facili entusiasmi o condividere buoni sentimenti, ma agire secondo un rigore scientifico. Il nostro progetto scalda il cuore, ma è molto pragmatico e si basa sul “metodo comportamentale applicato” che agisce in maniera individualizzata e personalizzata. Non crediamo nell’assistenzialismo, ma nell’accompagnare le persone a realizzare la propria dignità. Prima però bisogna comprendere e accogliere la diversità: sul tema dell’autismo c’è ancora molto da fare.  


I ragazzi di TerraLUNA in cucina

È possibile sostenere questa importante progettualità con una donazione a queste coordinate: IT50X0306909606100000154842. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a direzione@fondazionebellora.it

 

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